La birra, bevanda protagonista di tante serate all’insegna di gioiosa convivialità, assaporata in compagnia, in casa o in giro per locali, deliziosa e rinfrescante, ha origini antichissime, addirittura ci sono testimonianze che la fanno risalire al VII secolo a.C.. La birra è quindi una bevanda che è stata molto apprezzata anche nel passato, Platone scrisse infatti: “deve essere stato un uomo saggio ad inventare la birra”. Ma che differenze ci sono tra la birra bevuta migliaia di anni fa e quella che proponi oggi ai tuoi clienti? Scopriamolo insieme.
Cenni sulle origini della birra
La birra, oltre ad essere una delle bevande più amate e consumate al mondo, è anche tra le più antiche. La prima testimonianza scritta si trova nel “Monumento Blu”, una stele di epoca sumera risalente al 3700 a.C. che si trova al museo del Louvre di Parigi, in cui si citano i doni che devono essere fatti ad una dea, ovvero “miele, capretti e birra”. In epoca egizia la birra veniva considerata la bevanda degli dèi. Grazie ai suoi effetti inebrianti veniva ritenuta magica, uno strumento per ottenere l’immortalità. In questa epoca le tecniche di produzione diventano sempre più precise e nasce la figura del mastro birraio, raffigurato in molte rappresentazioni artistiche. Anche i Greci e i Romani conoscevano e consumavano la birra, ma il vino era molto più diffuso e a Roma la birra veniva considerata una bevanda pagana. I popoli barbari – Germani e Celti erano grandi produttori e consumatori di birra – avevano sviluppato tecniche raffinate.
In epoca medioevale, con l’espansione terriera e lo sviluppo della coltivazione, il consumo della birra aumenta notevolmente e diventa la bevanda principale. La produzione si sposta all’interno dei monasteri e si affina maggiormente la sua lavorazione, viene infatti introdotto il luppolo, con il suo caratteristico aroma amaro, che ha anche una funzione antisettica e conservante. Le “birrerie” monastiche in Italia, Belgio, Svizzera e Germania erano diverse ed i monaci perfezionarono sempre più i processi produttivi della birra, e fino al XII secolo sono rimasti gli unici detentori del sapere e delle tecniche legate alla realizzazione di questa inebriante bevanda. Fino alla metà del 1800 in tutta Europa la birra, anche se con stili di produzione differenti, veniva realizzata grazie ad un processo di fermentazione spontanea, ma verso la fine del 1800, le scoperte relative al lievito aprirono la strada alla produzione di birre a bassa fermentazione, così come sono quelle odierne. Con la rivoluzione industriale si ha il vero boom, ne aumenta la produzione e viene controllato scientificamente ogni aspetto del processo.
La birra di ieri
Abbiamo visto come la birrificazione sia cambiata nel tempo, ma ti sei chiesto come era la birra di ieri rispetto a quella che servi ai tuoi ospiti e assapori tu stesso oggi? Riprendendo le testimonianze che ci vengono dai ritrovamenti risalenti all’epoca sumerica e successivi, fin dalle sue origini la birra si presentava come una bevanda non filtrata dal colore torbido. Aveva una consistenza densa e veniva consumata grazie ad una cannuccia. Aveva un grandissimo valore, anche spirituale e religioso, tanto da essere bevuta durante i funerali e offerta alle divinità. Da alcune inscrizioni ritrovate in Medio Oriente possiamo conoscere la ricetta araba di questa bevanda: il malto proveniva da pani di orzo, germinati e cotti, che venivano sbriciolati e messi in acqua, dando il via ad una fermentazione spontanea che dava vita alla birra. E, strano ma vero, esistevano già diverse tipologie di birre!
La birra oggi
Una importante differenza della birra di oggi rispetto a quella di ieri riguarda il processo di fermentazione, che da spontanea diventa controllata nei tempi, nelle temperature e nei ceppi usati. Grazie agli sviluppi industriali e scientifici, alla costruzione di macchinari specifici, come la macchina per tostare il malto brevettata nel 1817 da Daniel Wheeler che apre la strada ai malti chiari e scuri, si è assistito ad una vera e propria rivoluzione birraia. Ma se dobbiamo in sintesi descrivere la birra di oggi possiamo prendere in riferimento la normativa italiana, che nell’Art. 1 (Così sostituito da D.P.R. 30.6.98 n.272), definisce la birra come “il prodotto ottenuto dalla fermentazione alcolica con ceppi di saccharomices carlsbergensis o S. cerevisiae di un mosto preparato con malto, anche torrefatto, di orzo o di frumento o di loro miscele e acqua, amaricato con luppolo o suoi derivati o con entrambi”. quindi composta da malto d’orzo, acqua, lievito e luppolo. Grazie a questo decreto legislativo il malto d’orzo, fino al 1998 unico cereale utilizzabile, è sostituibile con quello di altri cereali, come il malto di riso o di mais. Nascono sempre più birre “alternative”, che riscuotono particolare gradimento oltre che per gli interessanti accostamenti culinari, anche perché alcune non hanno controindicazioni per l’alimentazione delle persone con celiachia.
La birra artigianale
La birra artigianale viene prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non viene sottoposta durante la fase di produzione a processi di microfiltrazione e pastorizzazione, e per questo ha un aspetto più torbido. Secondo la normativa un piccolo birrificio indipendente è uno stabilimento legalmente ed economicamente indipendente che ha una produzione annua non superiore ai 200mila ettolitri.
Alcune curiosità
La birra si può classificare in due modi, in base alla gradazione alcolica e in base al grado saccarometrico.
La birra alla spina è molto apprezzata, ma attenzione alla spillatura, perché ne influenza la carbonatazione. Una giusta spillatura permette di togliere dalla birra la Co2 in eccesso e prevenire problemi di gonfiore e digestione. Leggi il nostro precedente articolo su come versare le birre.
Riguardo al colore questa rinfrescante bevanda esiste nelle più svariate colorazioni, che vengono definite secondo la EBC (European Brewing Convention) e la SRM (Standard Reference Method). Ma si commettono spesso diversi errori, vediamo quelli più comuni. Sicuramente sai già la differenza tra birra chiara e bionda, ma per chi non lo sapesse, chiariamo subito che non sono la stessa cosa. Per birra chiara si intende una macro categoria che include le birre bianche e quelle bionde. Anche riguardo alla birra rossa c’è un po’ di confusione, infatti quello che si dovrebbe ordinare è una birra ambrata. Invece se ti chiedono una birra scura o nera nessun errore, in questo caso i termini sono interscambiabili!
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