La pasta ripiena, una delle gemme culinarie dell’Italia, è regina tra i primi. È un tesoro dai mille sapori che evoca tradizione e comfort. Con la sua ricca storia e la varietà di tipologie e ripieni che offre, dai tortellini, ai ravioli, ai cappelletti, per citarne solo alcuni, questa delizia è tra le più amate in assoluto, sicuramente anche dai tuoi commensali. Da cibo nobile a cibo di tutti, la pasta ripiena ha attraversato secoli di evoluzione, diventando un pilastro della cultura gastronomica italiana e un piacere culinario amato in tutto il mondo.
Origini
Così come avviene per la maggior parte delle ricette della tradizione, tramandate da generazione in generazione, è difficile fissare una data esatta per la nascita della pasta ripiena. Le fonti ci dicono però che dovrebbe essere nata tra il XII e il XIII secolo e che inizialmente era considerata un piatto pregiato e prerogativa delle classi più abbienti. La prima tipologia di pasta ripiena sembra essere stata il “raviolo”, che secondo alcuni deve il suo nome al tipo di formaggio usato per il ripieno, chiamato “ravuggiuolo” o “raveggiolo”, mentre secondo altri il nome deriverebbe dal latino medievale “robiola” che significa rapa, e pare che i primi ravioli fossero ripieni di rapa e ricotta. Comunque sia, da lì a poco la pasta ripiena avrebbe guadagnato popolarità, diventando una presenza fissa sulle tavole degli italiani, e nel XV secolo era presente nella maggior parte dei ricettari regionali, con numerosissime tipologie e varianti, come i tortellini emiliani e gli agnolotti piemontesi.
La pasta ripiena nella storia e tra le storie
Sempre riguardo le origini della pasta ripiena, secondo alcune testimonianze Marco Polo l’avrebbe importata dalla Cina al ritorno dal suo lungo viaggio, anche se questa notizia non trova conferma, considerato anche che tra le fonti più antiche nelle quali si menziona la pasta ripiena vi è una pergamena risalente al 1187 rinvenuta a Bergamo, in cui si elencano i cibi presenti in un banchetto tra i canonici della Cattedrale di Sant’Alessandro, e si parla di “multones et vinum et panem et farinam et ova ad faciendum rafiolos et piper et salem et ligna”. Anche Giovanni Boccaccio cita i ravioli nel suo Decamerone, scrivendo che nel Paese di Bengodi “stavan genti che niuna cosa facean che far maccheroni, raviuoli e cuocerli in brodo di capponi”. Di pasta ripiena parla Pelligrino Artusi, il padre della cucina italiana, che nel suo “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, manuale pubblicato per la prima volta nel 1891, cita la pasta ripiena fatta in casa denominandola “cappelletti di Romagna”, per la forma che ricorda i berretti medievali.
I tortellini e la leggenda dell’ombelico di Venere
Tra le paste ripiene più famose troviamo sicuramente i tortellini emiliani, piccoli e dalla sfoglia sottile. La loro forma è legata a una leggenda. Si narra che, durante una delle battaglie che hanno interessato Bologna e Modena, tre dei dell’Olimpo, Marte, Bacco e Venere, scesi sulla terra, si fermarono a riposare a metà tra le due città ostili, esattamente presso la locanda Corona di Castelfranco Emilia. L’oste del ritrovo, attirato dalla bellezza di Venere, non resistette alla tentazione di spiarla mentre dormiva, e rimasto affascinato dal suo ombelico e rapito dal suo splendore, decise di creare un piatto che ne riproducesse l’armoniosa forma.
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